Risarcimento di € 1.274.210,06 – morte per errore medico – infezione mortale

Morte per infezione ospedaliera non curata: struttura sanitaria condannata

Il Tribunale di Salerno ha riconosciuto la responsabilità di una struttura sanitaria per la morte di un paziente che, durante il ricovero, aveva manifestato segni di infezioni ospedaliere alle vie urinarie e respiratorie. Nonostante ciò, il personale sanitario non aveva eseguito gli esami colturali necessari, limitandosi a una terapia antibiotica generica che si era rivelata inefficace.

La situazione si era aggravata con la comparsa di una grave piaga da decubito, ignorata dai medici, che aveva condotto il paziente a uno stato settico. Nonostante il peggioramento, non era stata richiesta una consulenza infettivologica né intrapresa tempestivamente una terapia antibiotica ad ampio spettro. Il paziente era deceduto durante il ricovero, dopo aver patito notevoli sofferenze fisiche e psichiche.

Il Tribunale ha accolto le richieste dei familiari, riconoscendo il danno catastrofale (da lucida agonia) subito dal paziente e il danno da perdita del rapporto parentale per la moglie e i figli. La struttura sanitaria è stata condannata a risarcire tutti i danni, liquidando agli eredi sia il danno terminale sofferto dal defunto, sia il danno morale ed esistenziale per la perdita del congiunto.

Segue il riepilogo dell’ordinanza a cura dell’Avv. Vincenzo Liguori:

Trib. Salerno 19/10/2023 n. 5267: responsabilità per infezione ospedaliera e decesso del paziente.

Il paziente, nel corso del ricovero, presentava chiari segni di patologie infettive di origine
nosocomiale, riguardanti il tratto urinario ed il sistema respiratorio; nonostante ciò, non veniva sottoposto dal personale sanitario ai doverosi esami colturali, ma veniva semplicemente avviato a terapia antibiotica empirica, rivelatasi poi inefficace.
L’iter clinico veniva aggravato dalla comparsa di un’ulcera da decubito di 4° grado (del tutto ignorata dai sanitari in servizio), che conduceva il paziente ad uno stato settico.
Ciononostante, i medici in servizio non effettuavano alcuna consulenza infettivologica e non
iniziavano tempestivamente alcun trattamento antibiotico empirico ad ampio spettro.
Nei giorni successivi il paziente subiva un netto peggioramento del suo stato di salute nonché lesioni personali che peggioravano sempre più fino a provocarne il successivo decesso, avvenuto in costanza di ricovero.
Il paziente, a causa dei predetti errori medici, subiva in vita eccezionali sofferenze fisiche, psichiche, biologiche, esistenziali e morali, per il periodo di lenta ma progressiva lucida agonia intercorso tra il ricovero ed il successivo decesso.

Il Tribunale:
– accoglie le tesi dei familiari del paziente;
– rigetta le tesi della struttura sanitaria;
– riconosce il danno catastrofale (da lucida agonia) subìto dalla vittima nel periodo di ricovero;
– riconosce il danno da perdita del rapporto parentale subìto dalla moglie e dai figli superstiti;
– condanna la struttura sanitaria al risarcimento di tutti i danni subiti;
– liquida agli eredi (moglie e figli) il danno terminale subito in vita dal de cuius, trasmesso loro iure hereditatis, nonché il danno morale ed esistenziale patìto iure proprio per la perdita del congiunto.

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