Aneurisma fatale: il Pronto Soccorso lo scambiò per influenza
Il Tribunale di Napoli ha riconosciuto la responsabilità dei medici del Pronto Soccorso di una struttura sanitaria per la morte di un paziente il cui aneurisma aortico rotto era stato inizialmente scambiato per una banale influenza. Dopo una prima visita superficiale, i sanitari avevano dimesso il paziente con una diagnosi di stipsi e febbre, consigliandogli di mangiare una banana per integrare il potassio, i cui valori erano risultati bassi.
Le condizioni del paziente sono peggiorate drasticamente ed è stato ricoverato nuovamente in gravi condizioni di shock. Solo un’ecografia e un intervento chirurgico hanno rivelato l’emorragia interna causata dalla rottura dell’aneurisma, ormai in atto da giorni. Il paziente è deceduto dopo l’intervento.
Il Tribunale ha accolto le richieste delle figlie del paziente, condannando la struttura sanitaria al risarcimento per la perdita del rapporto parentale, il lucro cessante (perdita del sostegno economico del padre) e le spese sostenute per l’attività stragiudiziale.
Segue il riepilogo della sentenza a cura dell’Avv. Vincenzo Liguori:
Trib. Napoli 27/2/2024 n. 2340 – Responsabilità dei medici di Pronto Soccorso per aver scambiato la rottura di un aneurisma con una banale influenza ed aver provocato la morte del paziente.
Il paziente subiva la rottura “franca” dell’aneurisma dell’aorta addominale ma, recatosi in Pronto Soccorso, veniva sottoposto ad accertamenti i quali evidenziavano solo una discreta distensione gassosa di alcune anse del piccolo intestino centro-addominali, senza evidenti livelli idro-aerei né aria libera sottodiaframmatica.
I sanitari in servizio, pertanto, ottenuti gli esiti delle analisi, riferivano che il paziente avesse solo una banale influenza per la quale non vi era necessità di terapie né di ricovero, con consiglio di mangiare una banana per integrare il potassio, i cui valori erano risultati bassi.
Il paziente, pertanto, veniva sbrigativamente dimesso con una diagnosi di stipsi, febbre ed ECG negativo.
Successivamente, però, le condizioni cliniche del paziente peggioravano drasticamente.
La rottura “franca” dell’aneurisma dell’aorta addominale, oramai in atto da due giorni – e colpevolmente misconosciuta dai medici del Pronto Soccorso – costringeva il paziente a recarsi nuovamente presso la struttura sanitaria (questa volta in ambulanza), ove veniva ricoverato con diagnosi di Colica Addominale.
In tale occasione, il paziente presentava una grave condizione di shock, con colorito pallido, sudore, dolori addominali, addome gonfio, pressione di 70/40, frequenza cardiaca di 130 battiti al minuto ed in preda ad uno stato di agitazione psico-motoria.
I sanitari in servizio, dopo vani tentativi di reidratare l’organismo del paziente, disponevano eseguirsi un’ecografia all’addome ed un successivo intervento chirurgico di Laparotomia Esplorativa che evidenziava un’importante quantità ematica libera in addome, in parte coagulata (non recente) ed altra liquida, che originava da un Ematoma Retroperitoneale.
Il paziente, purtroppo, dopo l’intervento chirurgico decedeva a causa di una forte emorragia interna.
Il Tribunale:
– accoglie le tesi delle figlie del paziente;
– rigetta le tesi della struttura sanitaria;
– riconosce alle due figlie superstiti:
► il danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentale;
► il danno da lucro cessante per i perduti contributi da parte del padre;
► il danno emergente per le spese dell’attività stragiudiziale svolta prima della causa;
– condanna la struttura sanitaria al risarcimento di tutti i danni subiti.