Morte dopo intervento: chirurgo responsabile, figlio risarcito
Il Tribunale di Napoli ha riconosciuto la responsabilità del personale sanitario per il decesso di un paziente sottoposto a un intervento di bypass aorto-bifemorale. Durante l’operazione, a causa di imperizia, si verificò la perforazione dell’intestino sigma, con conseguente grave infezione. Nonostante un successivo intervento riparatore, il paziente morì per setticemia e problemi respiratori dopo giorni di sofferenza.
Il Tribunale ha accolto la richiesta del figlio, ritenendo il personale sanitario responsabile sia per l’errore chirurgico iniziale che per la successiva carenza di assistenza. Al figlio è stato riconosciuto un risarcimento per il danno da perdita del rapporto parentale e per il danno morale da lucida agonia patito dal padre nelle 48 ore precedenti alla perdita di coscienza.
Segue il riepilogo della sentenza a cura dell’Avv. Vincenzo Liguori:
Trib. Napoli 1/8/2021 n. 10008. Responsabilità del chirurgo e decesso del paziente: risarcimento del danno di € 261.089,73 per la perdita del padre.
Paziente sottoposto ad intervento chirurgico di bypass aorto-bifemorale a destra (per occlusione aortica iuxtarenale), durante il quale subìva la perforazione iatrogena del sigma con conseguente peritonite stercoracea. Il paziente veniva poi sottoposto ad un tardivo intervento chirurgico riparatore di relaparotomia xifo-pubica con resezione sec. Hartmann e confezionamento di colostomia sul discendente; rivelatisi inutili i tardivi tentativi di salvarlo dalla grave infezione provocata dai medici, il paziente decedeva per grave setticemia da contagio ematico di Enterococcus Faecium e per pneumopatia da Acinobacter Baumannii dopo un’intensa sofferenza.
È responsabile il personale sanitario per:
– la perforazione iatrogena del retto, dovuta ad imperizia;
– la successiva carenza assistenziale, dovuta a negligenza.
Il Tribunale:
– accoglie le tesi del danneggiato;
– rigetta le tesi della struttura sanitaria;
– riconosce il danno da perdita del rapporto parentale subìto dal figlio della vittima;
– riconosce il danno morale da lucida agonia del de cuius per il protrarsi delle sofferenze nelle 48h precedenti alla perdita di coscienza.
Liquidati all’erede (figlio) del de cuius:
– il danno non patrimoniale iure proprio per la perdita del rapporto parentale;
– il danno morale catastrofale, iure hereditatis, per 48 ore di sofferenza terminale del paziente.