Perizia medico-legale: quando serve e quanto costa

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Immagina di essere stato sottoposto a un intervento chirurgico, una diagnosi o una terapia, ma di avere la sensazione che qualcosa sia andato storto, lasciandoti con danni che non avresti dovuto subire. La confusione è tanta e nella tua mente risuona: “È stato un errore medico?” e, soprattutto, “Come posso dimostrarlo?”

Se ti riconosci in questo scenario, sappi che la tua intuizione, pur comprensibile, non basta. Per convertire il sospetto in una prova legalmente utilizzabile, hai bisogno di un’indagine rigorosa e imparziale. Questo strumento cruciale è proprio la perizia medico-legale.

Cos’è la perizia medico-legale e quando serve?

La perizia medico-legale determina l’accertamento della responsabilità in contesti di malasanità. Questa consiste in una disamina rigorosa, condotta da un medico specialista in medicina legale (o un team di esperti), finalizzata a ricostruire l’accaduto e a stabilire se l’operato del personale sanitario abbia rispettato le norme tecniche.

La perizia medica ha valore probatorio in tribunale. L’indagine in ambito peritale persegue, infatti, due obiettivi essenziali, spesso correlati a un sospetto errore medico:

  • Identificare la responsabilità: verificare se la prestazione (che sia un’operazione, una diagnosi, o un trattamento) sia stata caratterizzata da negligenza, imprudenza o imperizia.
  • Stabilire la causalità: dimostrare con un elevato standard di certezza scientifica che un’eventuale condotta medica scorretta è stata la ragione diretta e non aggirabile del pregiudizio o danno accusato dal paziente.

Perizia di parte o CTU: qual’è la differenza?

Perizia di Parte (spesso chiamata CTP, Consulenza Tecnica di Parte) e CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio) sono due figure completamente diverse, nonostante la confusione comune. 

Entrambe le tipologie di perizia sono strumenti essenziali nel contenzioso medico-legale, come nei casi di presunto errore medico o malasanità, ma si differenziano per i seguenti punti:

  • chi nomina i periti 
  • nel loro valore dal punto di vista del giudice
  • oneri economici
  • tempistiche

La CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio)

Il consulente tecnico d’ufficio è una figura nominata direttamente dal giudice, per chiarire e approfondire aspetti tecnici che necessitano di conoscenze e competenze specifiche.

Sebbene non sia classificata giuridicamente come una “prova” autonoma ma piuttosto come uno strumento per assistere il giudice, le conclusioni della CTU possiedono un peso probatorio estremamente significativo, che spesso si rivela determinante per l’esito della controversia. Questo elevato livello di attendibilità è garantito dal fatto che il Consulente Tecnico d’Ufficio agisce come ausiliario imparziale del Giudice, vincolato ai doveri di neutralità e terzietà.

Le spese per il consulente del giudice (CTU) sono inizialmente anticipate da entrambe le parti (o da chi è più interessato). Però, alla fine della causa, questi costi vengono recuperati dalla parte che ha vinto e messi interamente a carico di chi ha perso (la parte soccombente), salvo diversa pattuizione.

Il CTU ha la facoltà di fissare la data della perizia, che di solito è attorno al 30° giorno successivo al giuramento, ma può anticipare o ritardare. Il termine di consegna della relazione peritale è stabilito dal tribunale.

La Perizia di Parte (CTP)

Il consulente delle parti invece, è un consulente di fiducia scelto da una delle parti nel processo. Ha un valore indiziario o di supporto: è la figura tecnica e specializzata su cui si basa la domanda di risarcimento.

Quando si avvia una causa, specialmente per malasanità, non basta dire “Ho subito un danno”. Devi dimostrare perché quel danno è colpa di qualcun altro.

  • Se sei l’attore (chi inizia la causa), la CTP è il documento che fonda le tue richieste. Serve a dimostrare al giudice, nero su bianco e con basi scientifiche, che c’è stato un errore medico e che questo è la causa diretta del danno subito (nesso causale). Senza questa base tecnica, la tua richiesta è debole.
  • Se sei il convenuto (chi viene chiamato in causa), la CTP è il tuo scudo tecnico. Serve a contrastare le tesi dell’attore, provando che la tua condotta professionale era impeccabile o che, in ogni caso, il danno non è a te imputabile.

Il CTP viene incaricato dalla parte, quindi il suo compenso è anticipato da chi lo nomina. Tuttavia, la spesa per la CTP può essere considerata un costo essenziale per la causa: se il giudice la riconosce come tale, l’onorario del CTP confluirà nelle spese processuali totali, e in tal caso, sarà la parte che perde la causa (soccombente) a doversela accollare. La nomina del CTP deve essere presentata in cancelleria entro il termine stabilito dal giudice, pena la nullità. 

La perizia può davvero cambiare l’esito di un caso?

Assolutamente sì. La perizia medico-legale non è un semplice parere tecnico, ma spesso la vera e propria chiave di svolta che determina l’esito di un contenzioso legale, specialmente nei casi di malasanità o infortuni. Il suo valore probatorio è tale da che può ribaltare le sorti di una causa o, in alternativa, spingere le parti verso un accordo stragiudiziale proficuo per entrambe, evitando lunghi e onerosi processi.

Il punto di forza della perizia medico-legale sta nel tradurre la sofferenza personale del paziente in una dimostrazione scientifica, nei casi di malasanità. Il medico-legale affronta due quesiti centrali in ogni controversia. Nelle ipotesi di malasanità, deve dimostrare il nesso causale tra il danno e la condotta del sanitario (negligenza, imprudenza o imperizia), attraverso l’analisi della cartella clinica. Deve essere provato in modo rigoroso che l’omissione o l’azione medica è antecedente e causativo al danno subito.

Stabilito il nesso, si procede a quantificare il danno biologico (permanente e temporaneo) e le altre conseguenze risarcibili. Questa misurazione è cruciale per garantire che il risarcimento sia commisurato all’impatto reale sulla vita del danneggiato.

Tra i casi che ho seguito, posso citare quello della sentenza del Tribunale di Firenze che ha sanzionato severamente la condotta di un ginecologo e dell’équipe medica per la morte di una neonata, in un parto gemellare, a causa di un ritardato taglio cesareo in presenza di acuta sofferenza fetale.

L’équipe medica ha cercato di insabbiare le prove della propria responsabilità, sottoponendo all’attenzione del giudice un tracciato cardiaco da cui non emergevano alterazioni, ma che non era riconducibile alla nascitura. Ho potuto dimostrare che il tracciato che i medici attribuivano alla neonata, per scagionarsi, non poteva essere a lei riconducibile proprio attraverso una consulenza tecnica.

Il Tribunale ha così accertato che l’équipe non solo non era stata in grado di riconoscere tempestivamente la sofferenza fetale acuta, ma aveva anche commesso gravi irregolarità nella compilazione della cartella clinica. Nello specifico, anche il Tribunale ha riconosciuto che il personale sanitario aveva scambiato i battiti e inserito in cartella un tracciato CTG estraneo, attribuendolo colposamente al secondo feto.

Quanto costa una perizia medico-legale?

Iniziare una controversia legale, specie in ambito di responsabilità medica, implica subito il tema dei costi. La perizia medico-legale di parte (CTP) costituisce la prima spesa tecnica rilevante per chi vuole tutelare in giudizio i propri diritti. Il costo della perizia medico-legale varia significativamente in base alla difficoltà dell’accertamento.

Il costo base per una Consulenza Tecnica di Parte (CTP), in un contesto medio di contenzioso (ad esempio, per un caso di malasanità o un’altra controversia che richiede accertamenti complessi), può effettivamente oscillare da circa € 2.000 a € 3.500. Questo intervallo finanziario non è casuale, ma riflette direttamente la complessità dell’incarico e la quantità di lavoro che il Consulente Tecnico di Parte deve svolgere, spesso in funzione delle operazioni disposte dal CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio).

Il costo della perizia di parte è altamente variabile. Ecco una panoramica degli onorari indicativi in base alla complessità del caso:

  • Casi di bassa complessità (danni fino al 9%): l’esame e la relazione per danni di lieve entità richiedono un investimento contenuto, generalmente tra i € 300 e € 1.500.
  • Casi di media/alta complessità: la valutazione di invalidità significative richiede un lavoro più lungo e approfondito, con costi che partono da € 1.000 e possono arrivare fino a € 10.000 nelle situazioni più gravi.
  • Controversie specializzate (errore medico): le valutazioni in tema di malpractice medica richiedono un focus altamente approfondito. I costi di partenza sono di circa € 2.000 ma possono aumentare, potendo superare i € 15.000 – € 20.000, soprattutto se il CTP deve coordinare il lavoro di più specialisti ausiliari per affrontare la complessità del caso.

I pareri preliminari rappresentano l’analisi iniziale per capire la chance di successo di un’azione legale: la consulenza di un tecnico specializzato può variare da € 300 a € 2.000. Maggiore è la difficoltà tecnica, più elevato sarà l’onorario richiesto dal professionista per garantire un lavoro approfondito.

È però opportuno considerare il costo della perizia tecnica un investimento, piuttosto che una spesa. Non dimenticare che un’analisi con fondamenta scientifiche permette una quantificazione precisa e inoppugnabile del danno. Questo elaborato è fondamentale per respingere, nell’ambito di un processo, le valutazioni al ribasso proposte dalle assicurazioni o dalle controparti. Di conseguenza il materiale prodotto dalla consulenza è un fattore determinante per ottenere un risarcimento cospicuo e adeguato al pregiudizio subito.

Inoltre, la valutazione preliminare del CTP agisce come un filtro strategico. Se il risultato è negativo, si evita al cliente di intraprendere una causa dispendiosa e con scarse probabilità di successo. Se è positiva, la relazione fornisce una solida base per la negoziazione e per l’azione legale.

La buona notizia è che in caso di esito favorevole del giudizio (anche se parziale), l’onorario del CTP viene incluso tra le spese processuali rimborsabili dalla parte che perde. L’investimento iniziale, quindi, non è perso, ma recuperato come parte delle spese legali. La CTP è quindi cruciale per dare fondamento tecnico alla pretesa risarcitoria e garantire la necessaria autorevolezza nel dibattito giudiziario.

Come si svolge una perizia medico-legale

  1. Raccolta e analisi della documentazione

Questa è la fase preliminare e critica. Il perito deve acquisire e studiare l’intera storia clinica del soggetto, agendo come uno storico. Si esaminano meticolosamente cartelle cliniche complete, referti diagnostici (TAC, RMN, radiografie), verbali di pronto soccorso e ogni altro certificato medico. L’obiettivo è quello di ricostruire fedelmente l’evento e l’evoluzione delle condizioni di salute. La completezza del dossier è cruciale per la validità della perizia.

  1. La visita specialistica

Successivamente all’analisi documentale, il perito incontra il paziente. Il medico-legale esegue un esame obiettivo specifico, valutando direttamente le attuali condizioni di salute e misurando l’entità delle limitazioni funzionali e delle menomazioni residue. Si effettua l’anamnesi diretta (il racconto del paziente) e la si confronta con i dati oggettivi, quantificando l’impatto del danno sulla vita quotidiana.

  1. Analisi tecnica e determinazione del nesso causale

Questa è la fase della perizia in cui si stabilisce la responsabilità. Il perito incrocia i dati clinici con i criteri medico-legali e scientifici accettati. In caso di presunta malasanità, si valuta se l’operato medico abbia rispettato i protocolli. Si stabilisce l’eventuale nesso di causalità (se il danno lamentato è stato effettivamente causato o aggravato dall’evento contestato o dalla condotta medica).

  1. Redazione della relazione medico-legale

La fase finale è la stesura del parere tecnico finale. Il consulente elabora un documento strutturato che descrive il caso, elenca la documentazione, riporta l’esito della visita, valuta il danno in percentuale (se richiesto) e presenta le conclusioni motivate sulla responsabilità. In questo modo fornisce la prova tecnica necessaria per supportare la richiesta di risarcimento in sede stragiudiziale o giudiziale.

La figura del consulente tecnico di parte è fondamentale: assicura che il danno sia comprovato e valutato con basi scientifiche. Fornisce la necessaria competenza specialistica per supportare, o confutare, le tesi in causa e ottenere un risarcimento equo.

Affidarsi a professionisti esperti in questo ambito può davvero fare la differenza tra ottenere giustizia e vedere respinta la propria richiesta. Una perizia accurata e ben documentata non solo rafforza la tua posizione legale, ma aumenta significativamente le possibilità di successo nel percorso risarcitorio.

Hai bisogno di una perizia medico-legale per il tuo caso? I nostri esperti possono guidarti nel processo.

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