Malattia professionale: come ottenere il risarcimento per danni alla salute?

Nel 2024 sono aumentate di oltre il 20% le denunce per malattie professionali rispetto al 2023, secondo i dati INAIL. Oggi il rischio di riportare danni alla salute sul posto di lavoro è una realtà in crescita che non può essere ignorata.

Basti pensare all’operaio esposto all’amianto per anni senza adeguate protezioni, che sviluppa un mesotelioma. O al dipendente sottoposto a ritmi di lavoro massacranti che sviluppa problemi cardiaci. Questi non sono casi isolati, ma situazioni che la legge riconosce e per cui prevede tutele specifiche.

Il primo passo per far valere i propri diritti è prendere consapevolezza dei danni riportati. Riconoscere di aver compromesso la propria salute sul posto di lavoro è fondamentale per avviare un percorso che tuteli i tuoi diritti e ti permetta di ottenere il giusto risarcimento. Non sarà sempre facile – lo diciamo con onestà – ma la legge tutela i lavoratori vittime di malattie professionali e ottenere giustizia è possibile. Quest’articolo ti offrirà informazioni utili su come agire.

Cos’è la malattia professionale?

Una malattia professionale è una patologia contratta a causa dell’esposizione prolungata a fattori di rischio legati all’attività lavorativa. È importante distinguerla dall’infortunio sul lavoro, che invece è un evento improvviso e traumatico.

I fattori di rischio che possono causare malattie professionali sono molteplici:

  • Fattori fisici: radiazioni, movimenti ripetitivi, posture scorrette, materiali pesanti, rumori intensi e vibrazioni che possono compromettere l’udito o causare disturbi muscolo-scheletrici.
  • Fattori organizzativi: carichi di lavoro eccessivi e ritmi insostenibili che possono causare ipertensione, infarto o altri problemi cardiaci. Anche lo stress lavorativo cronico rientra in questa categoria.
  • Fattori biologici: esposizione ad agenti infettivi durante il lavoro, come nel caso di operatori sanitari o veterinari che contraggono malattie trasmissibili.
  • Fattori chimici: esposizione a sostanze tossiche o irritanti come amianto, polveri sottili, gas tossici, solventi industriali o altri agenti cancerogeni.

La normativa distingue tra due tipologie di malattie professionali:

Malattie tabellate

Sono quelle riportate nelle tabelle ufficiali dell’INAIL. Per queste patologie, se lavori in uno dei settori a rischio indicati e sviluppi la malattia entro i tempi previsti, il riconoscimento è quasi automatico. Devi solo dimostrare di aver contratto la malattia, non la sua origine lavorativa. Un esempio classico è l’asbestosi, la fibrosi polmonare causata dall’inalazione di fibre di amianto.

Malattie non tabellate

Si tratta di tutte le altre patologie che non rientrano nelle tabelle ufficiali. In questo caso, l’onere della prova è più complesso: devi dimostrare non solo di aver contratto la malattia, ma anche il nesso causale tra il tuo lavoro e i danni alla salute. Esempi tipici sono l’infarto o l’aritmia causati da stress lavorativo, o tumori sviluppati per esposizione a sostanze non ancora inserite nelle tabelle.

La buona notizia è che la normativa si sta evolvendo: grazie alla crescente attenzione per la salute dei lavoratori, le tabelle INAIL vengono periodicamente aggiornate per includere nuove patologie e garantire tutele più ampie.

Il nesso causale: dimostrare il legame tra lavoro e malattia

Questo è il cuore della questione e spesso il punto più delicato dell’intero processo. Stabilire che la malattia è stata causata o concausata dal lavoro richiede un approccio metodico e documentato.

La documentazione medica essenziale

La costruzione del nesso causale inizia dalla raccolta scrupolosa di tutta la documentazione medica:

  • Cartelle cliniche complete: ogni ricovero, visita specialistica, esame diagnostico deve essere conservato e catalogato cronologicamente.
  • Diagnosi dettagliate: non basta una generica indicazione della patologia. Servono referti che descrivano l’evoluzione della malattia, i sintomi specifici e la loro progressione nel tempo.
  • Storia clinica precedente: è fondamentale dimostrare che prima dell’esposizione lavorativa eri in buona salute, o quantomeno che la patologia non era presente.

La ricostruzione della storia lavorativa

Parallelamente alla documentazione medica, devi ricostruire nel dettaglio la tua carriera professionale:

  • Mansioni specifiche svolte: non basta indicare il ruolo generico, ma le attività concrete che hai svolto giorno dopo giorno.
  • Periodo e durata dell’esposizione: quando hai iniziato ad essere esposto al fattore di rischio e per quanto tempo.
  • Intensità dell’esposizione: la quantità e la frequenza del contatto con sostanze nocive o situazioni di rischio.
  • Misure di protezione adottate: se e quali dispositivi di protezione individuale ti erano forniti e se li utilizzavi regolarmente.
  • Testimonianze di colleghi: le dichiarazioni di chi ha lavorato con te possono essere preziose per confermare le condizioni di lavoro.

Il ruolo cruciale della perizia medico-legale

La perizia medico-legale è lo strumento che permette di stabilire con precisione scientifica il nesso causale. Un esperto qualificato analizza:

  • La compatibilità temporale tra esposizione e sviluppo della malattia
  • L’esclusione di altre possibili cause
  • La coerenza tra il tipo di esposizione e la patologia sviluppata
  • Il grado di probabilità del nesso causale

Prendiamo l’esempio del mesotelioma: questo tumore maligno che colpisce le cellule del mesotelio è quasi esclusivamente causato dall’esposizione all’amianto. La perizia può stabilire che un lavoratore che ha sviluppato un mesotelioma dopo anni di lavoro in cantieri navali degli anni ’70-’80, dove l’amianto era ampiamente utilizzato, ha contratto la malattia proprio a causa di quella esposizione professionale.

Fattori di rischio più comuni

  • Esposizione all’amianto/asbesto: ancora oggi la causa principale di mesoteliomi e asbestosi. Settori a rischio includono edilizia, cantieristica navale, industria automobilistica.
  • Polveri sottili e fibre: possono causare patologie respiratorie croniche. Comuni in miniere, cave, industrie tessili e della lavorazione del legno.
  • Sostanze chimiche cancerogene: benzene, cromo, nichel e molte altre sostanze industriali possono causare tumori specifici.
  • Stress lavorativo cronico: può portare a disturbi cardiovascolari, depressione, disturbi dell’ansia.
  • Movimenti ripetitivi e posture scorrette: causano disturbi muscolo-scheletrici, sindrome del tunnel carpale, tendiniti.

Quali danni per malattia professionale vengono risarciti ?

Quando si sviluppa una malattia professionale, i danni subiti sono molteplici e la legge prevede il risarcimento per ciascuna tipologia. È importante comprendere che ogni danno ha una sua specificità e un proprio metodo di calcolo.

Danno biologico temporaneo

Riguarda il periodo di inabilità totale o parziale che hai vissuto a causa della malattia. Durante questo tempo, hai subito una compromissione delle tue capacità psico-fisiche che ti ha impedito di svolgere le normali attività quotidiane e lavorative. Il risarcimento viene calcolato considerando i giorni di inabilità e l’intensità della limitazione.

Danno biologico permanente

È l’invalidità residua che rimane dopo la stabilizzazione della malattia, espressa in percentuale. Il calcolo avviene utilizzando le tabelle del Tribunale di Milano e di altri tribunali italiani, ma – come spieghiamo nel nostro articolo sulla personalizzazione del danno – è fondamentale andare oltre i calcoli standard per ottenere un risarcimento equo che tenga conto delle tue specifiche condizioni.

Danno morale e esistenziale

Spesso sottovalutati, questi danni riguardano la sofferenza interiore e l’alterazione della qualità della vita. Un lavoratore che sviluppa una grave forma di depressione a causa dello stress lavorativo, o che non può più svolgere le attività che amava a causa di una patologia respiratoria, ha diritto al risarcimento anche per questi aspetti.

Danno patrimoniale

Comprende tutti i costi economici sostenuti e futuri:

  • Spese mediche per cure, farmaci, riabilitazione
  • Perdita di reddito presente e futura
  • Costi per assistenza domiciliare o adattamenti dell’abitazione
  • Spese per eventuali ausili necessari

Per una comprensione più approfondita dei criteri di calcolo e delle diverse tipologie di danno risarcibile in ambito lavorativo, ti rimandiamo al nostro articolo specifico su quanto si può ottenere per un infortunio sul lavoro, dove trovi principi che si applicano similmente alle malattie professionali.

I passaggi per ottenere il risarcimento

Ottenere un risarcimento adeguato per una malattia professionale richiede di seguire un percorso preciso, articolato in diverse fasi che devono essere gestite con attenzione e tempestività.

1. Diagnosi e certificazione medica

Il primo passo fondamentale è ottenere una diagnosi ufficiale e completa. Non basta un generico certificato di malattia: serve un certificato specifico di malattia professionale che indichi chiaramente la patologia, la sua gravità e, quando possibile, già un primo riferimento all’origine lavorativa.

2. Denuncia all’INAIL

Entro 15 giorni dalla manifestazione della malattia (o dalla consapevolezza della sua origine lavorativa), devi presentare denuncia all’INAIL. L’ente si occuperà dell’accertamento tecnico e, se riconosce l’origine professionale, erogherà un indennizzo.
È importante sapere che l’indennizzo INAIL raramente copre tutti i danni subiti. Nella maggior parte dei casi, rimane un “danno differenziale” – la differenza tra quanto riconosciuto dall’INAIL e il reale danno subito – che puoi richiedere direttamente al datore di lavoro.

3. Consulenza legale tempestiva

Non aspettare che la situazione si complichi. Un avvocato specializzato in malattie professionali può guidarti fin dai primi passi, aiutandoti a raccogliere le prove nel modo corretto e a non perdere opportunità importanti. La consulenza tempestiva è spesso la differenza tra il successo e l’insuccesso della pratica.

4. Fase stragiudiziale

Prima di arrivare in tribunale, si tenta sempre una soluzione stragiudiziale. Il tuo avvocato invierà una lettera formale al datore di lavoro (e alle sue assicurazioni) richiedendo il risarcimento del danno differenziale. Molte controversie si risolvono in questa fase, con tempi e costi minori rispetto al processo.

5. Eventuale fase giudiziale

Se la fase stragiudiziale non porta a un accordo soddisfacente, si procede con la causa in tribunale. È qui che diventa cruciale avere raccolto tutte le prove necessarie e aver costruito un solido nesso causale.
È importante sapere che le assicurazioni, come spieghiamo nel nostro articolo sulle strategie di contenimento dei risarcimenti, possono tentare diverse tattiche per ridurre gli importi da pagare. Un avvocato esperto sa come riconoscere e contrastare queste strategie.

Il ruolo dell’avvocato specializzato

Le malattie professionali rappresentano una delle aree più complesse del diritto del lavoro e della responsabilità civile. La necessità di dimostrare il nesso causale, l’evoluzione continua della normativa, le procedure specifiche INAIL e la gestione delle perizie medico-legali rendono indispensabile l’assistenza di un legale con esperienza specifica in questo settore.

Un avvocato specializzato non si limita a presentare documenti: ti guida nella raccolta delle prove più efficaci, conosce i precedenti giurisprudenziali utili al tuo caso, sa come valorizzare ogni aspetto del danno subito e ha esperienza nel confronto con assicurazioni e datori di lavoro.

Il primo passo verso il riconoscimento dei tuoi diritti

Se hai sviluppato una malattia che sospetti sia collegata al tuo lavoro, non sottovalutare i sintomi e non rimandare. La tua salute è il bene più prezioso e hai il diritto di ricevere tutela quando viene compromessa a causa dell’attività lavorativa.

La normativa italiana offre tutele significative per i lavoratori vittime di malattie professionali, e con l’assistenza adeguata è possibile ottenere il risarcimento dovuto.

Pensi di aver sviluppato una malattia professionale? Contatta lo Studio Liguori per una consulenza gratuita e ti assisteremo nel far valere i tuoi diritti.