Trib. Napoli 30/7/2007 n. 8092
Responsabilità del ginecologo, del primario e dell’ostetrica: risarcimento del danno di € 5.495.460,13, di cui € 3.083.703,76 al macroleso per una I.P. iatrogena del 95-98% con personalizzazione del risarcimento e liquidazione del danno patrimoniale, € 1.667.483,52 ai genitori ed € 744.272,85 ai tre germani.
E’ responsabile il ginecologo che assiste la partoriente durante il parto – nel corso del quale si realizza una situazione di ipossia acuta prolungata del feto, per la presenza di due giri serrati di cordone ombelicale – per la mancata esecuzione del tracciato cardiotocografico che avrebbe consentito di riconoscere la patologia e procedere con l’immediata estrazione del feto mediante taglio cesareo.
E’ responsabile il primario del reparto di Ginecologia – che ha un preciso onere di indirizzo e di sorveglianza, tanto più doveroso quanto più il singolo intervento, pur di routine, appaia tale da necessitare di peculiare attenzione – in quanto, al momento del ricovero della partoriente, ha omesso di predisporre quell’attività di vigilanza e l’uso di adeguata strumentazione di monitoraggio mediante utilizzo di tracciato cardiotocografico, idonea a congiurare l’evento.
E’ responsabile l’ostetrica che ha coadiuvato il ginecologo operatore e che ha in certo modo condiviso con lui le sorti dell’assistenza al parto.
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